UN VIAGGIO NELLA ROMA DI ANGELI E DEMONI

Gli Illuminati, una delle società segrete più influenti della storia, nascose nella Città Eterna enigmi ed indizi che, una volta decifrati, avrebbero condotto i novizi ad un covo segreto…

I quattro altari della scienza, che rappresentano i quattro elementi: Terra, Aria, Fuoco e Acqua  sono gli indizi principali che, una volta risolti,  permetteranno di percorrere il Cammino dell’Illuminazione passo per passo.

Il primo indizio ci porta a Piazza del Popolo, nella chiesa di Santa Maria del Popolo…

All’interno della chiesa la statua del Bernini ritrae un angelo, e notiamo che  l’angelo indica verso sud ovest e l’unica chiesa che si trova in quella direzione è …..

la basilica di San Pietro

Al centro della piazza, nei pressi dell’obelisco di San Pietro, vi è il secondo indizio il West Ponente, bassorilievo del Bernini rappresentante il vento il West Ponente

L’”Estasi di Santa Teresa”, del Bernini è il  terzo indizio del “Cammino dell’Illuminazione”

il quarto e ultimo indizio è la fontana dei quattro fiumi di Piazza Navona che ci conduce alla fine del viaggio

il covo degli Illuminati.….

Castel Sant'Angelo

Castel Sant'Angelo

 

VILLA PAMPHILJ

Se in una notte burrascosa, trovandovi per errore (avendo già al tramonto i guardiani chiusi i cancelli) all’interno di Villa Doria Pamphilj, vi capitasse di sentir sorgere dal nulla un infernale fragore di ruote, potreste essere certi che si tratta della Pimpaccia, ossia di Olimpia Maidalchini, bellissima cognata del papa Innocenzo X, che esce dalla villa su un cocchio d’oro, trascinato da cavalli con occhi di fiamma e corre per le strade di Roma, lasciandosi dietro una scia di fuoco, per sparire poi, improvvisamente, all’altezza di Piazza Navona.

Donna Olimpia era cordialmente antipatica ai romani di tre secoli fa, che l’accusavano, tra l’altro, di essere l’amante del pontefice.

PIAZZA NAVONA

Costanza de Cupis, una nobildonna romana vissuta nel Seicento, era tanto fiera della perfezione delle sue mani che se ne fece fare un calco, che venne esposto nella vetrina del formatore, in Via dei Serpenti. Un canonico, vedendolo, disse che quella mano, se era di persona viva, correva il pericolo di essere tagliata.

La frase venne presto riferita a Costanza, che da quel giorno visse nel terrore, finché, poco tempo dopo, mentre cuciva si punse con un ago che le procurò una ferita infetta e la mano dovette appunto essere amputata. Poco dopo la poveretta morì. Pare che nelle notti di plenilunio si veda il riflesso della mano bianca apparire ad una finestra o su uno degli specchi del palazzo De Cupis.