PIAZZA NAVONA

Costanza de Cupis, una nobildonna romana vissuta nel Seicento, era tanto fiera della perfezione delle sue mani che se ne fece fare un calco, che venne esposto nella vetrina del formatore, in Via dei Serpenti. Un canonico, vedendolo, disse che quella mano, se era di persona viva, correva il pericolo di essere tagliata.

La frase venne presto riferita a Costanza, che da quel giorno visse nel terrore, finché, poco tempo dopo, mentre cuciva si punse con un ago che le procurò una ferita infetta e la mano dovette appunto essere amputata. Poco dopo la poveretta morì. Pare che nelle notti di plenilunio si veda il riflesso della mano bianca apparire ad una finestra o su uno degli specchi del palazzo De Cupis.